11 luglio 2024 / 09:01 AM

Data Democratization: Condividi i Dati Senza Gravare sull'IT

SDG Blog

In un’organizzazione moderna, la data democratization è un percorso il cui obiettivo finale è permettere a chiunque (abbia titolo di farlo) di accedere in modalità self al patrimonio informativo aziendale, così da eseguire analisi e trasformare dati in informazioni senza dover coinvolgere necessariamente l’IT.

Il tema è chiaramente connesso con il percorso di trasformazione in data-driven company, strategie e decisioni sono guidate dai dati. “Data democratization”, infatti, significa uscire dalle logiche tradizionali che hanno sempre previsto il coinvolgimento dell’IT nei processi di analisi e che, per questo motivo, avevano tempi del tutto incompatibili con le dinamiche e le esigenze attuali. Accedere in modalità al patrimonio informativo aziendale permette alle Line-of-Business (LOB) di identificare rapidamente nuove opportunità, valorizzare i segnali deboli nascosti nei dati, costruire nuovi indicatori e, più in generale, prendere decisioni rapide e informate.

 

Data democratization: a che punto siamo

La data democratization è dunque un tema di attualità. Massimiliano Rosatelli, Executive Manager di SDG Group Italy, rileva sul mercato “una forte tendenza al rinnovamento abilitata dal cloud. Ogni azienda ha intrapreso questo percorso, ma per motivi diversi: alcune per ottimizzare i costi, altre proprio per realizzare percorsi complessi di data governance e data mesh. In quest’ultimo caso, l’obiettivo è proprio quello di fornire agli utenti l’accesso diretto a domini di dati affidabili e aggiornati, così da poter fare analisi avanzate e indirizzare i processi decisionali”. Tutte le imprese, anche quelle meno mature sotto il profilo del data management, hanno inoltre compreso di dover sistematizzare il processo, per evitare il principale ostacolo alla democratizzazione: la scarsa fiducia nel dato, che emerge quando i percorsi di valorizzazione non hanno una regia centralizzata ma sono portati avanti in modo indipendente dalle singole LOB.

 

Data analyst, per una nuova sinergia tra IT e business

La tendenza verso la data democratization sta ponendo le basi per una nuova relazione, sempre più sinergica e complementare, tra l’IT e le funzioni di business (LOB). In questo rapporto sarà sempre più centrale la figura del data analyst: “Da sempre, l’analisi del dato è nel dominio del business – spiega Rosatelli – mentre l’IT ha l’onere di mettere i dati a disposizione garantendone la qualità, l’aggiornamento e una governance in linea con le policy aziendali. Ciò che in molti casi manca e può fare la differenza in termini di data democratization è l’inserimento di un data analyst all’interno delle singole funzioni di business”. Un analista con forti competenze di dominio permetterebbe infatti alle LOB di allontanarsi dalle modalità di analisi consolidate e di abbracciare nuove metodologie e indicatori, così da interpretare al meglio i fenomeni evidenziati dai dati e costruire soluzioni ad hoc. Grazie alla presenza di un data analyst vicino alle esigenze del business, l’IT potrebbe concentrarsi unicamente sulla disponibilità, la qualità e la frequenza del dato, demandando le analisi a dei competence center in grado di valorizzarli al massimo e di costruire su di essi un vantaggio competitivo tangibile.

 

Le sfide della data democratization, tra cultura e tecnologia

Per molte aziende, la strada che conduce alla democratizzazione del dato è in salita. Si tratta infatti di un percorso di cambiamento pervasivo, nel quale l’abilitazione tecnica non è che uno dei componenti.

La trasformazione culturale è probabilmente l’aspetto più complesso, ma d’altronde la e cultura del dato è un prerequisito della democratizzazione. Le difficoltà sono molte: talvolta non è chiaro il vantaggio competitivo che una corretta valorizzazione del dato può creare; in altri casi, occorre costruire la fiducia nel dato, in altri ancora si rileva qualche resistenza legata al timore – da parte di alcune figure aziendali – di perdere centralità nei processi decisionali.

Le sfide tecniche non sono da meno, ma il mercato offre tutti gli strumenti per indirizzarle in modo corretto. Per prima cosa, occorre facilitare l’accesso al dato superando una volta per tutte il modello a silos e approdare a un paradigma sistemico, che riguarda e coinvolge tutta l’organizzazione. La complessità è notevole, poiché oggi le sorgenti dati sono molteplici e distribuite in architetture complesse che dall’edge si estendono fino al multicloud. Altre sfide riguardano la governance del dato, poiché democratizzazione non significa assenza di controllo.

“Gli aspetti tecnici – aggiunge Rosatelli – sono fondamentali, perché per prendere delle decisioni usando i dati, questi devono essere completi, corretti e aggiornati secondo la velocità del business. Sono necessarie architetture e tool adeguati a tal fine, con l’aggiunta di sistemi dedicati alla valutazione e alla misurazione dei risultati. Questi, in particolare, sono fondamentali, perché l’azienda deve conoscere e monitorare l’impatto della trasformazione sul suo business. Parlo proprio di vantaggi economici: oltre ad aver sviluppato soluzioni che danno indicazioni prescrittive su strategie di produzione o di allocazione delle merci, siamo in grado di monitorare il loro reale impatto sul business aziendale. Perché i dati hanno certamente un valore, ma dobbiamo quantificarlo”.

In tutto questo percorso è fondamentale affidarsi a una consulenza esperta, che sappia miscelare in modo trasversale competenze tecniche e di dominio con la capacità di accompagnare le imprese lungo tutto l’iter. In caso contrario, il rischio è che l’azienda si concentri solo sulla tecnologia, dimenticando quanto essa debba supportare un’evoluzione più ampia e profonda.